Come sappiamo il momento non è propizio per viaggiare e scoprire nuove destinazioni, ma noi, il gruppo delle Travel Blogger Italiane e Daniele di “In Bocca al Gufo” abbiamo deciso di non mollare, di continuare a sognare e di far conoscere ben 30 destinazioni della nostra bella Italia, dove poter passare il weekend di Pasqua.
Per quest’anno purtroppo i festeggiamenti e le partenze sono rimandati. Ma questa può essere una guida di viaggio da utilizzare per tutti i weekend di Pasqua futuri. E allora lasciatevi ispirare e venite con noi a scoprire – anche solo con la fantasia – territori, borghi e città. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
30 DESTINAZIONI ITALIANE DA SCOPRIRE DURANTE IL WEEKEND DI PASQUA
- Weekend di Pasqua in Piemonte
- Weekend di Pasqua in Lombardia
- Weekend di Pasqua in Veneto
- Weekend di Pasqua in Friuli Venezia Giulia
- Weekend di Pasqua in Liguria
- Weekend di Pasqua in Emilia Romagna
- Weekend di Pasqua in Toscana
- Weekend di Pasqua in Umbria
- Weekend di Pasqua nel Lazio
- Weekend di Pasqua in Abruzzo
- Weekend di Pasqua in Campania
- Weekend di Pasqua in Puglia
- Weekend di Pasqua in Basilicata
- Weekend di Pasqua in Calabria
- Weekend di Pasqua in Sicilia
- Weekend di Pasqua in Sardegna
WEEKEND DI PASQUA IN PIEMONTE
1) Le Langhe
Uno dei luoghi migliori dove trascorrere la Pasqua in Piemonte è sicuramente la zona delle Langhe.
Le colline su cui i vigneti si estendono a perdita d’occhio sono state dichiarate non troppi anni fa Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Il weekend di Pasqua è il momento giusto per organizzare una gita da queste parti: potrete trascorrere una giornata tra i piccoli borghi della zona, organizzare un trekking o una semplice passeggiata in mezzo alla natura e godervi gli ottimi piatti tipici langaroli in uno dei numerosi agriturismi della zona.

Cosa fare e vedere nelle Langhe
Barolo, La Morra, Neive, ma anche Serralunga d’Alba, Verduno e Grinzane Cavour sono alcuni dei gioiellini da visitare se amate perdervi tra gli scorci romantici dei borghi. Se invece preferite le passeggiate potrete incamminarvi sul Sentiero Fenoglio – per gli amanti della letteratura – o sul Sentiero Bar – to – Bar (da Barbaresco a Barolo), oppure dirigervi verso la colorata Cappella del Barolo.
Se amate i picnic, il posto perfetto è la Cappella delle Viole con un magnifico panorama sui vigneti, ma se invece preferite un agriturismo, non dimenticatevi di ordinare una battuta di Fassona e gli agnolotti del Plin.
Per godervi al meglio il vostro weekend di Pasqua nelle Langhe, infine, organizzate una degustazione in cantina: Barolo, Barbaresco, Barbera e Nebbiolo vi attendono!
Contributo di Selene – Viaggi che mangi
2) Il Monferrato
Il Monferrato è una zona forse poco conosciuta, ma le sue campagne sono dei piccoli gioielli tutti da scoprire.
Terra di grande tradizione vinicola, non mancano le occasioni di visita alle numerose aziende della zona, come ad esempio le Cantine Contratto, nel centro di Canelli, con le loro cantine storiche ora patrimonio UNESCO: un’enorme
cattedrale sotterranea che si estende per più di 5000 metri quadrati nella collina.
In questa zona non si produce solo vino, ma anche grappa nelle diverse distillerie del territorio, come Mazzetti d’Altavilla o Berta, di fama internazionale. Anche qui è possibile organizzare visite guidate e degustazioni.
Il Monferrato è una meta apprezzata anche dagli amanti della buona cucina. Non mancano le specialità del luogo e del Piemonte in generale, come il tartufo, le nocciole, la tartare di Fassona, i formaggi. Una vera esplosione di sapori e un
mix di piaceri per il palato.
Una vera chicca di questa zona è Animal Walk, a Cavatore, vicino ad Acqui Terme. Si tratta di un’associazione che offre l’esperienza unica di camminare tra le campagne insieme a lama e alpaca, in un percorso tra prati, sentieri e borghi
insieme ad una guida. Questi graziosi e curiosi animali accompagnano i visitatori con il loro passo ritmico e li aiutano nel processo verso la tranquillità interiore, per apprezzare e godere appieno della natura e dei suggestivi panorami del territorio. Un modo di vivere la campagna del Monferrato sicuramente originale e indimenticabile.

Il Monferrato e le sue Panchine Giganti
Questo territorio è inoltre ricco di panchine giganti, le installazioni che dal 2010 popolano le campagne piemontesi grazie al designer Chris Bangle. Un progetto iniziato in ambito locale nelle Langhe, ma che con il passare degli anni si sta espandendo in tutto il Piemonte, in altre zone d’Italia e all’estero, con lo scopo di valorizzare il luogo in cui si trovano.
Ogni panchina è collocata in posizione panoramica ed ha un colore diverso: da non perdere la Panchina Gigante Rosa di Alice Belcolle, la Panchina Gigante Bordeaux di Castagnole Monferrato, la Panchina Gigante Gialla di Canelli e la
Panchina Gigante Giallo Moscato di Strevi.
Contributo di Daniela – Noi con le Valigie
WEEKEND DI PASQUA IN LOMBARDIA
3) Il Lago di Garda
Il ponte di Pasqua è l’occasione perfetta per esplorare la sponda occidentale – quella lombarda – del Lago di Garda. La primavera è la stagione perfetta per un weekend fuori porta sul lago, ideale per approfittare delle moltissime attività che il Garda offre: dagli sport acquatici alle passeggiate, dalle piste ciclabili alle splendide località di questa riva. Il lago è tutto stupendo e andrebbe visitato con calma, ma se avete solo un weekend lungo a disposizione, queste sono le cittadine che non potete perdervi.

Cosa vedere sul Lago di Garda in Lombardia
Partendo dalla sponda meridionale, si trova la meravigliosa Sirmione. Resa famosa da Catullo, le sue rovine romane, il pittoresco castello medievale e le acque termali rendono questo comune un luogo di villeggiatura molto ambito e frequentato da vacanzieri di ogni età. Non c’è modo migliore per cominciare questo lungo ponte che con Sirmione!
Risalendo la sponda lombarda del lago si trova Desenzano del Garda, un vero gioiellino. Qui una passeggiata sul lungolago, un chilometro di bar che si susseguono a ristoranti, gelaterie e luoghi per aperitivo, è un assoluto must!
Da Desenzano continuate a nord fino a Padenghe, dominata dal bellissimo castello medievale e frequentata nella bella stagione per le sue famose spiagge.
E infine arrivate a Salò, tristemente famosa per essere stata capitale della Repubblica Sociale Italiana dal ’43 al ’45, ma che in realtà è un’incantevole località che vuole solo essere scoperta. La maggior parte dei turisti si limitano a passeggiare lungo il lago, ma il centro storico è molto pittoresco e interessante, perciò non ve lo perdete! Un’altra tappa importante e non lontana da Salò è il Vittoriale degli Italiani, dove visse a lungo Gabriele D’Annunzio.
Il lungo ponte di Pasqua è veramente l’occasione perfetta per esplorare le bellezze naturali, storiche e culturali della sponda lombarda del Lago di Garda.
Contributo di Claudia – Diario dal Mondo
4) Il Lago Maggiore
Come una principessa dagli abiti sfarzosi, Isola Bella emerge in una tutta la sua regalità dalle placide acque del Lago Maggiore, a poca distanza dall’altrettanto maestosa cittadina di Stresa. E bella lo è per davvero con i suoi giardini rigogliosi e curatissimi, il palazzo da sogno in stile liberty e gli scorci pittoreschi sulla costa e sulle isole sorelle (dei Pescatori e Madre). Da qui passarono nomi illustri tra i quali Stendhal, Hemingway, Dostoevskij e Shaw, che rimasero impressionati dalla bellezza di questa isoletta che misura solo 320 metri di lunghezza e 180 di larghezza.

Il Palazzo
Il sontuoso palazzo risale all’inizio del Seicento; le sale da ballo e le stanze in stile barocco ospitano tutt’ora quella che fu la collezione privata della Famiglia Borromeo, costituita da opere di artisti quali Raffaello, Tiziano e Correggio. Il percorso si snoda tra ampi saloni finemente decorati con balconi sul lago, l’elegante Sala del Trono e il Salone degli Arazzi, fino a raggiungere le grotte sotterranee che stilisticamente rispondono all’esigenza romantica dell’epoca di vivere esperienze oniriche legate alla mitologia.
Il Giardino
L’elemento più sbalorditivo è sicuramente l’immenso giardino terrazzato su dieci livelli, costruito perché potesse ricordare la forma di una nave. La vasta selezione di piante esotiche e fiori locali, tra cui magnolie, azalee, rododendri, agrumi, camelie, rose e oleandri garantiscono non solo una fioritura costante dal tardo inverno fino all’autunno, ma regalano anche una cornice perennemente colorata all’imponente teatro Massimo, un’opera di pietra formata da sculture, fontane, scale e obelischi. A completare questo quadro idilliaco ci sono i pavoni bianchi che si riposano all’ombra di alberi secolari.
Come arrivare
Da Stresa (parcheggiare in Piazza Marconi) e dalle principali località sulla costa lombarda e piemontese partono regolarmente i battelli della Navigazione Lago Maggiore, ma potete trovare anche aliscafi e barche per tour privati.
Per informazione su orari e tariffe clicca qui.
Le Tariffe
Il biglietto d’ingresso per il palazzo e i giardini costa 18€ per gli adulti e 11€ per i ragazzi. Esistono però biglietti combinati molto convenienti se si desidera visitare anche l’Isola Madre, il Parco Pallavicino e la Rocca di Angera. Per maggiori informazioni potete visitare il sito ufficiale cliccando qui.
Contributo di Elisa – L’Isola di Elisa
WEEKEND DI PASQUA IN VENETO
5) Le Dolomiti del Comelico
Per molti il weekend di Pasqua apre la strada alla bella stagione, alle giornate lunghe, al vento tra i capelli e ai piedi che si bagnano tra le prime onde del mare… o forse no. Perché per chi ama la montagna, infatti, la Pasqua è un ponte imperdibile per affondare gli scarponi nella neve e ammirare la natura nel suo splendore tra interminabili silenzi, relax e spazi infiniti.
Un luogo ancora poco conosciuto sono le Dolomiti del Comelico. Splendidi paesi arroccati tra le montagne si perdono ai confini dei boschi, mentre i campanili rintoccano a festa e il sole scalda la neve dando ai paesaggi un’atmosfera da fiaba.

Cosa fare in Val Comelico
Padola, situata nella bellissima conca della Val Comelico al confine con l’Austria, è una gemma incastonata nella valle dov’è possibile godere della poesia della natura. La stazione sciistica di Comelico Superiore è dotata di oltre 90 chilometri di piste da discesa, ma soprattutto delle più belle piste da fondo delle Dolomiti. Iniziano proprio nella Piana della Tavella, al centro del Paese.
Lontani dai circuiti turistici più blasonati, qui si respira ancora la vera essenza della montagna. Passeggiare in uno degli ambienti più incontaminati d’Italia lungo sentieri che attraversano profumati boschi di abeti è un toccasana per corpo e spirito. Ti consigliamo la bellissima ciaspolata che dal centro di Padola porta alla Casera Aiarnola, immersa nella poesia del bosco. Impossibile non rimanere incantati davanti alle splendide cime dolomitiche del gruppo del Popera, di Cima Undici o della Croda Rossa, che si colorano di rosa verso il tramonto regalando panorami davvero mozzafiato.
E dopo tanto camminare, una sosta in rifugio per assaggiare le specialità locali è obbligatoria. Non perdete i
cansunziei, un primo piatto tipico. Sono fagottini di pasta fresca ripieni in genere di rapa rossa e semi di papavero, e conditi con burro… una vera delizia da gustare con il palato, mentre gli occhi saranno già sazi degli incredibili panorami.
Contributo di Silvia – Bagaglio Leggero
6) Padova e i Colli Euganei
Padova è una delle destinazioni più belle del Veneto dove trascorrere un fine settimana primaverile, come quello di Pasqua. Polo universitario tra i più importanti d’Italia, città vivace e a misura d’uomo, Padova ha le giuste dimensioni per essere visitata tranquillamente in due o tre giorni senza annoiarsi.
Cosa vedere a Padova
La città offre alcuni luoghi di interesse di grande valore artistico e culturale. A cominciare naturalmente dalla Cappella degli Scrovegni, al cui interno è possibile ammirare gli affreschi di Giotto del XIV secolo. La visita va prenotata in anticipo, anche perché è consentito accedervi in gruppi di sole 10 persone ogni 15 minuti. A poca distanza, i Musei civici, che includono il celebre Crocifisso di Giotto ed opere di Veronese, Tintoretto, Tiepolo.
Il cuore pulsante di Padova sono le piazze: delle Erbe, dei Signori e della Frutta. Obbligatorio sedersi in uno dei tanti bar e ordinare il tipico spritz.
Altri luoghi di grande importanza da vedere a Padova sono il Palazzo della Ragione (situato in Piazza delle Erbe), la Basilica di Sant’Antonio, Prato della Valle (una delle piazze più grandi in Europa), il Palazzo del Bo (sede storica dell’Università) e l’Orto Botanico, Patrimonio Unesco.

Cosa vedere nei dintorni di Padova
A poca distanza da Padova, i Colli Euganei offrono un’eccellente alternativa per una gita fuori porta, anche solo di mezza giornata. Famosi per gli eccellenti agriturismi e il paesaggio bucolico, sono la via di fuga prediletta dai cittadini patavini. Qui troverete tanti percorsi escursionistici (anche in biciletta) e borghi pittoreschi. Tra i più belli da visitare, Este con la sua imponente cinta muraria e il Duomo di Santa Tecla e Arquà Petrarca, il borgo medievale che ospita la casa del Petrarca.
Contributo di Daniela – The Daz Box
7) Venezia e le sue isole
Venezia e le sue isole offrono infinite possibilità di itinerario per trascorrervi un weekend o più giorni, nel periodo pasquale e, grazie alle temperature che iniziano a farsi più miti, è possibile godere al meglio della loro bellezza.
Si può scegliere il tour classico del centro storico, quindi San Marco, il Ponte di Rialto, il Canal Grande, il giro in gondola e il bacaro tour. Oppure ci si può concentrare su un itinerario all’insegna delle opere d’arte dal Museo Peggy Guggenheim alla Galleria dell’Accademia fino a Palazzo Ducale.
Per una Venezia più insolita, poi, ci sono varie tappe da toccare, che portano alla scoperta della Libreria Acqua Alta, della Scala del Bovolo o del ghetto ebraico.

Alla scoperta delle isole di Venezia
A questi vari tour si può unire la scoperta di qualcuna delle sue 62 isole. Un numero considerevole, vero?
Le più famose sono Murano, Burano e Torcello, che si visitano anche tramite dei tour organizzati. Questi partono ogni giorno da Riva degli Schiavoni e permettono di ammirare le antiche fabbriche dei vetrai, i negozi di merletti, i loro scorci caratteristici e le inconfondibili case colorate.
A queste si aggiungono l’Isola della Giudecca e l’Isola di San Giorgio, le più vicine al centro storico.
Alla Giudecca è molto importante la Chiesa del Redentore costruita per celebrare la liberazione della città dalla peste, sicuramente uno dei più imponenti esempi di architettura del Palladio. Altra costruzione che spicca sull’isola è il Molino Stucky, edificio in stile neogotico in cui l’industriale Giovanni Stucky trasferì la sede del suo mulino, in quanto pensò ad un veloce trasporto del grano via acqua. Oggi l’edificio fa parte della catena alberghiera Hilton con residence, centro congressi, ristorante e piscina panoramici.
Sull’Isola di San Giorgio, lontana dagli itinerari turistici, è invece possibile ammirare la Basilica progettata dal Palladio e le opere del Tintoretto al suo interno. Merita una visita anche l’ex convento benedettino, in particolare per il chiostro, il cenacolo e il labirinto.
Contributo di Paola – Family in Fuga
WEEKEND DI PASQUA IN FRIULI VENEZIA GIULIA
8) Trieste e dintorni
Uno dei luoghi italiani più belli dove spendere il weekend di Pasqua è senza dubbio la provincia di Trieste con i suoi castelli a picco sul mare, i borghi di pescatori e la sua eleganza asburgica. La città di Trieste conserva ancora oggi quell’aria cosmopolita ed eclettica, che sa farsi amare dal primo momento. Il punto più famoso è Piazza Unità d’Italia, affacciata direttamente sul golfo con il suo scenografico Molo Audace, un pontile di 200 metri quasi sospeso sul mare. Altri punti da non perdere sono la Cattedrale e il Castel di San Giusto, che grazie alla loro posizione elevata scrutano imperterriti tutta la città, Canal Grande e il Faro della Vittoria.

Cosa vedere e fare nei dintorni di Trieste durante il weekend di Pasqua
A una decina di chilometri da Trieste, si trova uno dei simboli di questa splendida regione: il Castello di Miramare. Come suggerisce il nome, si trova su un promontorio roccioso affacciato sul mare, circondato da un giardino botanico di ben 22 ettari. Costruito tra il 1856 e il 1860 prendendo come ispirazione i castelli iberici affacciati sull’Oceano Atlantico, il Castello di Miramare è oggi un museo statale.
Se Miramare incanta, il Castello di Duino d’altro canto riesce a stregare – e non solo – per la sua bellezza. A Duino ci sono in realtà due castelli, a poca distanza l’uno dall’altro. Il più vecchio, oggi ridotto a un rudere, è legato alla leggenda della dama bianca, una delle mogli del signore della fortezza gettata crudelmente in mare da quest’ultimo e trasformata in un faraglione poco lontano dalla riva. Il “nuovo” castello risale in realtà al XIV secolo ed è proprietà privata dei Principi della Torre e Tasso e parzialmente aperto al pubblico.
Da Duino parte anche il sentiero Rilke, una meravigliosa passeggiata tra rocce carsiche e Mar Adriatico, dedicata allo scrittore Rainer Rilke che tanto amava questo angolo di mondo. Il sentiero copre circa 2 chilometri, costeggiando la Riserva naturale delle Falesie di Duino.
Ultimo ma non meno importante – a pochi minuti di macchina da Trieste – è Muggia, uno dei borghi sul mare più belli. A un passo dalla Slovenia, Muggia ricorda quasi una Venezia in miniatura con strette calli, chiese in stile gotico veneziano e un movimentato e colorato Carnevale. Senza dubbio il luogo perfetto per una passeggiata mattutina o per bere un caffè ammirando il porticciolo.
Contributo di Giulia – Viaggiare con gli Occhiali
WEEKEND DI PASQUA IN LIGURIA
9) Le Cinque Terre
Se si vuole trascorrere il weekend di Pasqua in Liguria, tra le destinazioni migliori ci sono sicuramente le Cinque Terre, un’area naturale protetta dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il parco deve il suo nome ai cinque romantici borghi di pescatori racchiusi al suo interno, formati da casette colorate costruite su scogliere a picco sul mare dove il tempo sembra essersi fermato.
Visitando le Cinque Terre è impossibile non rimanere incantati dal pittoresco porto di Riomaggiore e dai suoi murales, dalla terrazza panoramica di Manarola, dai terrazzamenti di Corniglia, dalla torre e dalle barchette di pescatori nel porticciolo di Vernazza e dalla statua del gigante di pietra che domina la spiaggia di Monterosso.
I borghi sono piuttosto piccoli e si prestano facilmente ad essere visitati in un paio di giorni, senza il rischio di perdersi nessuna delle meraviglie che questa zona ha da offrire.

Anche spostarsi all’interno delle Cinque Terre è un’esperienza particolare che aggiunge fascino al viaggio. I borghi sono infatti attraversati da una ferrovia costruita a ridosso del mare, che viene percorsa più volte al giorno da un treno speciale chiamato Cinque Terre Express.
Le Cinque Terre sono una meta ideale anche per gli amanti delle escursioni, visto che il parco conta diversi percorsi per fare trekking o semplici passeggiate. Uno tra i più famosi è la “Via dell’Amore“, una passerella pedonale di circa un chilometro che costeggia il mare e che congiunge Riomaggiore a Manarola.
L’unico difetto di un posto all’apparenza così perfetto? Sicuramente non è adatto a chi non ama i luoghi troppi affollati, ma, se si è disposti a sopportare le orde di turisti in circolazione, un solo weekend alle Cinque Terre basterà per innamorarsi perdutamente di questo luogo meraviglioso
Contributo di Francesca – On my (Rail)Way
WEEKEND DI PASQUA IN EMILIA ROMAGNA
10) Bologna, dal centro città al Santuario di San Luca
Lucio Dalla, uno dei cantautori italiani più amati, sosteneva che nel centro di Bologna “non si perde neanche un bambino” . In effetti una delle caratteristiche peculiari del capoluogo emiliano-romagnolo è il suo vivibilissimo centro città, dove sono collocati quasi tutti i punti di maggior interesse storico-culturale, raggiungibili comodamente a piedi passeggiando sotto l’abbraccio tenero e protettivo del porticato più lungo del mondo: ben 38 km!
Il periodo migliore per visitare la città è sicuramente durante la stagione primaverile. Gli inverni a Bologna sono infatti freddi e umidi (e contraddistinti dalla presenza quasi costante della nebbia, tipica di questa zona), mentre le estati sono molto afose. Il mezzo di trasporto più comodo per raggiungere Bologna è senza dubbio il treno. Dalla stazione centrale proseguite a piedi verso Via dell’Indipendenza, quindi dopo una sosta nella Cattedrale di San Pietro, dirigetevi verso Piazza del Nettuno e da lì alla Basilica di San Petronio, che si staglia imponente sulla celeberrima Piazza Maggiore (la “Piazza Grande” cantata da Dalla).
Tuffatevi tra i vicoli del centro storico senza perdere mai di vista la Torre degli Asinelli, uno dei simboli dell’antico passato medievale della città.
Lo sapete che ai quei tempi il centro di Bologna aveva più di 300 torri?! Il suo skyline doveva somigliare in qualche modo a quello dell’odierna Manhattan.

Il Santuario di San Luca
Se volete conoscere davvero l’anima di questa città, non potete non recarvi in uno dei luoghi più cari ai bolognesi: il Santuario della Madonna di San Luca, per tutti semplicemente “San Luca”. È molto di più di un luogo di culto. È il punto di riferimento di un’intera comunità che quando, guidando lungo l’autostrada, scorge quella macchia arancione in cima al Colle della Guardia, finalmente sa di essere a casa.
Prima di un esame universitario o di un’importante occasione di lavoro è quasi un rito percorrere il portico nel tratto che dall’arco del Meloncello sale su per il colle e raggiunge il Santuario. È un modo per augurarsi che, dopo aver percorso quelle 666 arcate, ogni cosa andrà bene. E voi, cosa sperate per il futuro? Qualunque cosa sia, non indugiate: c’è sempre un buon motivo per andar su fino a San Luca!
Contributo di Libera – Liberamentetraveller
WEEKEND DI PASQUA IN TOSCANA
11) Firenze
La domenica di Pasqua celebra ufficialmente l’inizio della stagione turistica fiorentina: le strade della città sono piene di gente da tutto il mondo. Non si può perdere lo “Scoppio del Carro” davanti alla cattedrale al mattino o una visita a uno dei bei giardini fiorentini in una splendida giornata di sole. Potete anche fare un giro nei dintorni di Firenze e tornare dal vostro viaggio con molte più storie interessanti da raccontare!

Cosa fare la mattina di Pasqua
La mattina della domenica di Pasqua a Firenze, davanti al Duomo, si svolge una delle più tradizionali manifestazioni fiorentine, che sarebbe iniziata al tempo delle prime crociate: lo Scoppio del Carro. Si tratta di una corda che viene tesa dal coro fino alla porta principale della Cattedrale di S. Maria del Fiore, dove si trova una macchina con una “colombina”: un razzo a forma di colomba che viene acceso insieme ai fuochi d’artificio del carro stesso.
Se il viaggio della colombina avviene senza problemi, sarà un anno felice – così dicevano i contadini – che speravano nella buona fortuna per il prossimo raccolto. Oggi, come un tempo, quando il razzo ritorna verso l’altare, si sente un forte applauso dalla chiesa. La cerimonia è preceduta dalla tradizionale processione, una sfilata in costume d’epoca e una celebrazione religiosa nel Battistero. Davvero da non perdere!
Cosa fare al pomeriggio
Per fortuna i principali musei di Firenze sono aperti durante la Pasqua, come per esempio la bellissima
Galleria degli Uffizi. Ma attenzione perché i biglietti si esauriscono rapidamente e all’ultimo minuto le code
sono enormi. Se c’è il sole, sarebbe perfetta anche una visita al tradizionale Giardino di Boboli, parco storico della città. Lasciatevi incantare dalle bellissime statue, grotte e fontane rinascimentali. Successivamente non perdetevi una passeggiata a Palazzo Pitti, residenza principale dei granduchi di Toscana.
Contributo di Barbara – Wanderlust in Travel
12) Pitigliano
Pitigliano, nella Maremma toscana, è una delle città del tufo. È sicuramente uno dei borghi italiani più belli fra quelli visti. La sua posizione, quasi sospesa su una roccia tufacea circondata dai boschi, è già di per sé un incanto. In più l’abitato appare quasi in continuità con la roccia senza distinzione fra essa e le case.
Le abitazioni infatti sono scavate nella roccia e costruite con lo stesso materiale. Al tramonto, quando il tufo si accende di ocra con gli ultimi raggi di sole, Pitigliano diventa una delle cartoline più belle della nostra Italia. Passeggiando nel borgo poi c’è solo l’imbarazzo della scelta su quali scorci fotografare. I vicoli sono uno più bello dell’altro e tanti i palazzi nobiliari. Il consiglio è di osservare i tanti portali, finemente scolpiti, uno diverso dall’altro.

Storia di Pitigliano e i suoi dintorni
La storia di Pitigliano è molto particolare. Nato come insediamento etrusco, il borgo è poi passato negli anni sotto le grandi famiglie nobiliari che si sono succedute: gli Aldobrandeschi, gli Orsini, i Medici e i Lorena. Pitigliano inoltre intreccia profondamente la sua storia a quella degli ebrei italiani. Proprio per questo è conosciuta come la Piccola Gerusalemme. Dopo la loro cacciata dallo Stato Pontificio, molti ebrei si rifugiarono qui sotto la protezione degli Orsini, nobili liberali. In seguito i Medici istituirono il Ghetto, ma gli ebrei non vennero mai discriminati. Iniziò così un legame forte fra gli ebrei e gli abitanti di Pitigliano tanto che questi ultimi li protessero anche durante le incursioni francesi e quelle più recenti dei nazisti.
Oggi non ci sono più ebrei, ma la comunità continua ad onorarli prendendosi cura dei loro luoghi. È possibile infatti visitare nel vecchio Ghetto la Sinagoga, il Museo della cultura ebraica, il vecchio forno, la cantina e il macello, tutti restaurati.
A pochissima distanza infine si trovano i borghi di Sorano e Sovana, il Parco archeologico Città del Tufo e le misteriose Vie Cave dove poter fare belle camminate in percorsi che tagliano letteralmente la roccia.
Contributo di Federica – My Travel Planner
WEEKEND DI PASQUA IN UMBRIA
13) Il Lago Trasimeno
Per un fine settimana immersi nella natura, niente di meglio che puntare verso l’Umbria, il cuore verde d’Italia. Tra tutte le mete che questa regione offre, abbiamo scelto il Lago Trasimeno, il più grande tra i laghi dell’Italia centrale e il quarto per estensione.
Tra le cose da vedere al Lago Trasimeno vanno citate certamente le tre isole che campeggino al suo interno, rispettivamente chiamate: Isola Maggiore, Isola Polvese e Isola Minore.
Le prime due isole sono visitabili e raggiungibili in traghetto. L’Isola Maggiore è l’unica ad essere abitata e qui si può scoprire il centro storico e visitare alcune attrazioni dell’isola, come la Chiesa di San Salvatore e il Castello Guglielmi. Sull’Isola Polvese, invece, si possono visitare vari edifici di interesse storico come la Chiesa di San Giuliano, il Monastero di San Secondo e il Castello medievale.
Il Lago Trasimeno per i più sportivi è completamente percorribile in bici. Il perimetro attorno al lago è lungo circa 70 chilometri. Un percorso perfetto per scoprire i vari borghi che circondano il lago o solo per ammirare i verdi paesaggi dell’Umbria.

Cosa vedere nei dintorni del Lago Trasimeno
Se volete ammirare il Lago Trasimeno dall’alto, Castiglion del Lago è la meta perfetta. Il borgo di origine medievale si trova proprio a ridosso del lago e, qui, tra botteghe e ristoranti, potrete scoprire il Palazzo Ducale e raggiungere la Rocca del Leone.
Nei dintorni del Lago Trasimeno si trovano altri punti d’interesse, da raggiungere in meno di trenta minuti di auto. Tra questi il borgo di Città della Pieve, famoso per i suoi vicoli molto suggestivi. Mentre a Perugia, in pieno centro storico si trova Piazza IV Novembre con la sua Fontana Maggiore. Se prima del rientro, invece, volete salutare i paesaggi umbri dall’alto, il belvedere dei Giardini Carducci è l’ideale.
Contributo di Elisa – Un Viaggio in Mente
WEEKEND DI PASQUA NEL LAZIO
14) I borghi della Ciociaria
Se volete trascorrere un paio di giorni in tranquillità lontano dalla frenesia delle città, potete immergervi nel verde e nella storia antichissima della Ciociaria. Questa zona del Lazio meridionale è caratterizzata da un paesaggio collinare ed è ricca di borghi dove passeggiare tra i vicoli ammirando possenti mura, torrioni e cattedrali.

L’Abbazia di Casamari
La Ciociaria è terra di abbazie. Nel territorio di Veroli sorge l’Abbazia di Casamari; essa fu in origine edificata da una comunità benedettina, che successivamente entrò a far parte dell’Ordine Cistercense.
Non appena ci si trova dinnanzi, si ha una visione grandiosa: sulla sommità di una scalinata si affaccia un ampio atrio a tre archi; dietro si sviluppa in senso verticale la chiesa, al centro della cui facciata domina un rosone.
Un complesso tanto austero e allo stesso tempo semplice e privo di ricchezze e ornamenti, in quanto in linea con il principio di povertà dell’Ordine. Una comunità di monaci vive tuttora qui.
Il fulcro è il chiostro con le sue belle aiuole fiorite. Attorno ad esso si aprono gli ambienti dove si svolge la vita quotidiana: tra questi il refettorio, la biblioteca, ma soprattutto la Farmacia, aperta al pubblico per acquistare liquori e prodotti a base di erbe.
Visitare l’Acropoli di Arpino
Un’altra suggestiva escursione è all’Antica acropoli di Arpino detta Civitavecchia. Essa è un importante sito archeologico, circondato da una cinta di mura di epoca preromana tra le meglio conservate. La magia di queste opere architettoniche è che gli enormi massi poligonali sono addossati l’uno all’altro senza cemento.
Molto caratteristica è la sua porta di accesso con un arco a sesto acuto. L’Acropoli è anche conosciuta come Civitas Ciceroniana poiché si pensa che gli antenati di Cicerone avessero dimorato qui. Sempre a Cicerone è dedicata la Torre medioevale, uno dei maggiori punti di difesa dei sito, che spicca subito avvicinandosi al borgo.
Contributo di Matilde – Mabellat
15) Fondi
Alla ricerca di una meta perfetta per un weekend all’insegna di arte, sport e natura?
La città di Fondi, in provincia di Latina, si trova esattamente a metà strada tra Roma e Napoli. Meno celebre delle vicine Sperlonga, Terracina e Gaeta, ma non meno suggestiva. Il centro storico è disseminato di chiese e monumenti appartenenti ad ogni epoca, mentre la rigogliosa campagna che circonda l’abitato fu teatro di vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale (persino Elsa Morante e Alberto Moravia vi trascorsero dei mesi, nascosti in un
rifugio). Non passano inosservati i 13 km di litorale, con lunghi tratti di spiaggia libera che si alternano a piccole concessioni di spiaggia attrezzata, con tutti i confort per trascorrere una giornata in compagnia. Soprattutto per gli appassionati di windsurf e vela, il litorale fondano offre numerose opportunità grazie al vento termico che si alza ogni pomeriggio.

Cosa vedere a Fondi
Il Castello Caetani, che domina il centro storico con la sua imponenza, ospita un museo civico con reperti di epoca preistorica, romana e medievale. Salendo in cima, dalla terrazza si apre una vista sull’ampia piazza e sulle terme romane di San Rocco.
Pochi passi dopo l’imbocco del corso, sulla sinistra, la Chiesa di San Pietro domina la scena: è qui che fu eletto l’antipapa Clemente VII, prima di dare inizio allo scisma d’Occidente. Da non perdere, inoltre, il quartiere ebraico della Giudea, nascosto nei vicoli del centro storico. Nei locali dell’antica sinagoga, recentemente restaurata, è stato inaugurato il museo ebraico.
Contributo di Mariarita – 24 Hours Trotter
16) Sperlonga
Sulle orme del mito di Ulisse, una semplice visita a Sperlonga può essere di per sé una bellissima esperienza. Immaginate la brezza tra i capelli, il mare che si perde all’orizzonte e vicoli nascosti, illuminati a tratti dalla luce del sole.
Adagiata su uno sperone di roccia, Sperlonga è uno dei borghi più belli d’Italia e uno dei luoghi più conosciuti della Riviera di Ulisse. Perdersi nel suo centro storico è d’obbligo: i vari saliscendi per le scalinate del borgo vi porteranno a scoprire degli angoli nascosti davvero caratteristici. Il bianco delle case – in pieno stile mediterraneo – contrasta con il blu del mare e il colore dorato della sabbia, visibili attraverso degli scorci che si aprono sul paesaggio circostante.

Scendendo verso il mare, alla base del promontorio su cui si erge il paese, sarete accolti da Torre Truglia, divenuta ormai simbolo di Sperlonga. Edificata nel 1532 costituiva – insieme alla Torre del Nibbio e alla Torre di Capovento – il sistema di difesa costiera del paese. Attendere il tramonto dal suo belvedere può essere una grande sorpresa: le tinte calde sembrano far risaltare la bellezza del mare e l’inconfondibile sagoma del Promontorio del Circeo.
Per i più attivi e sportivi esiste un percorso ciclabile-pedonale, che prende il nome di Sentiero di Ulisse, il quale collega il centro storico al Museo Archeologico Nazionale. L’intento è quello di ripercorrere idealmente le avventure e le gesta di uno dei viaggiatori per eccellenza di tutti i tempi: Ulisse. All’interno del museo è, infatti, possibile immergersi in un’atmosfera tra storia e leggenda, scoprendo la Villa e Grotta di Tiberio. L’imperatore romano era convinto infatti di discendere dalla stirpe di Ulisse e decise di decorare la propria villa estiva con opere che decantassero le gesta del grande eroe omerico, oggi conservate all’interno del museo.
WEEKEND DI PASQUA IN ABRUZZO
17) La Marsica
Avete mai pensato di venire per Pasqua nella zona della Marsica? Qui ci troviamo nell’entroterra abruzzese e soprattutto in primavera rappresenta la meta perfetta. Le temperature cominciano a rialzarsi e le montagne si dipingono di verde (caratteristica di questa regione).
Tutti gli abruzzesi a Pasqua e Pasquetta decidono di spostarsi dal mare verso la Marsica, in montagna, per fare lunghe passeggiate, visitare o semplicemente fare nei boschi delle lunghe grigliate (a base di arrosticini ovviamente).
Ma quali territori della Marsica consigliarvi?
In questa zona ci sono delle destinazioni da non perdere, soprattutto se è la vostra prima volta in Abruzzo.

Campo Imperatore
Altopiano a 1800 metri d’altezza, bello soprattutto perché presenta degli scenari suggestivi sul Gran Sasso. Si può arrivare in alto prendendo la funivia dalla località Fonte Cerreto oppure restare in basso e percorrere le strade intorno all’altopiano.
Se potete, fate anche un salto al Lago Racollo. A inizio primavera sboccia il crocus, un bellissimo fiore viola. Se la Pasqua che verrà è bassa, sicuramente potrete vedere l’altopiano riempirsene. E quindi vale la pena andarci perché i colori sono ancora più belli.
Grotte di Stiffe
Volete scoprire uno dei fenomeni carsici più famosi dell’Italia centrale? Allora dovete assolutamente andare alle Grotte di Stiffe. L’itinerario è percorso interamente da un fiume e sono presenti laghetti e cascate all’interno con una profondità che arriva anche a 20 metri.
Lago Sinizzo
Nelle vicinanze delle Grotte di Stiffe c’è il Lago Sinizzo. Soluzione ideale se volete esplorare più posti in giornata. La bellezza è resa dalle sue acque color verde smeraldo e i suoi salici piangenti lungo le rive.
Se siete amante della natura, questa meta è l’ideale per voi. E se non temete il freddo, potrete perfino accamparvi con la tenda.
Contributo di Flavia – La Viaggiatrice Solitaria
18) Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio è un borgo medievale arroccato sulle montagne abruzzesi a 1250 metri sul livello del mare, e si colloca all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Un borgo interamente costruito con pietra calcarea, un paesino dove la pace regna sovrana e dove ogni angolo rivela piccoli frammenti del passato.
Un vero e proprio gioiello di borgo medievale fortificato in cui attraversare vicoli, archi, scoprire piazzette deliziose e ristoranti nascosti, dove trovare sollievo dal caldo in estate oppure ammirare la neve che scende sul Gran Sasso.

Cosa vedere a Santo Stefano di Sessanio
La piazza principale di questo incantevole borgo abruzzese è Piazza Medicea dove si può ammirare la Cappella medicea di Santa Maria delle Grazie o del Carmine, risalente al XVIII secolo e ampiamente danneggiata dal sisma del 2009, come purtroppo gran parte del paese.
Non molto lontano si trova anche la Porta Urbica con arco a tutto sesto che prima fungeva anche da torre di guardia ed era il principale punto di accesso al borgo, su cui è ben visibile lo stemma gentilizio dei Medici.
Infine c’è la Torre Medicea, una torre di avvistamento a pianta cilindrica, posta nella parte più alta del borgo. Prima del terremoto era alta circa 20 metri e dalla sua cima si poteva ammirare tutto il paese e il paesaggio circostante, ora è in ricostruzione.
Il modo migliore per visitare Santo Stefano di Sessanio è passeggiare e perdersi tra le sue viette e i suoi vicoli e godere della calma che abbraccia tutto il borgo, della sua atmosfera magica e composta.
Un consiglio è quello di fermarsi a gustare un pranzo o una cena in uno degli splendidi localini e ristoranti del paese dove è possibile degustare le famose lenticchie – presidio slow food – e godere di un pasto di montagna dai sapori antichi, arricchito da erbe e prodotti locali eccezionali.
Dove dormire a Santo Stefano di Sessanio: albergo diffuso Sextantio
Questo borgo fa parte del progetto albergo diffuso creato dallo svedese Daniel Kihlgren che ha recuperato alcuni edifici storici del paese e creato nuove strutture ricettive molto particolari e originali per i turisti. Per prenotare e dare un’occhiata alle tariffe cliccate qui.
Come raggiungere Santo Stefano di Sessanio
Per arrivare a Santo Stefano di Sessanio in auto percorrere l’A24 – uscita L’Aquila Est – e prendere la SS17 in direzione Pescara, seguendo poi le indicazioni per Santo Stefano di Sessanio.
In alternativa da sud percorrere l’autostrada A14 – direzione Pescara – continuare poi verso Roma sull’A25 e uscire a Bussi/Popoli. Da qui seguire le indicazioni per L’Aquila, continuare sulla SS153 verso Navelli e, infine, prendere la SS17 in direzione L’Aquila, seguendo le indicazioni per Santo Stefano di Sessanio.
Contributo di Stefania – Travelife
WEEKEND DI PASQUA IN CAMPANIA
19) Procida
Per i colori delle sue case Procida sembra essere la creazione di un pittore amante dei colori pastello. Questa piccola isola è lontana anni luce dalle “sorelle” maggiori Capri e Ischia. Qui non si trovano ristoranti stellati o hotel con mille servizi da offrire all’ospite perché Procida è principalmente un’isola di pescatori.
Procida è la più piccola delle isole Flegree e può essere tranquillamente visitata a piedi. Durante il soggiorno provate a muovermi tramite il trasporto locale, consigliato assolutamente per efficienza e puntualità delle corse. Le stradine del centro storico sono molto strette e non è raro doversi fermare in prossimità degli edifici per far passare automobili e apecar (ne vedrete un bel po’ in giro).

Cosa vedere a Procida
Una delle tappe obbligate è la Terrazza di Procida (Piazza dei Martiri), uno degli angoli più “instagrammabili” dell’isola. Da qui si può ammirare l’intero Golfo di Napoli con Ischia e Procida ben visibili. Ora avete due possibilità: continuare a salire dirigendovi verso Terra Murata per visitare Palazzo d’Avalos, l’ex carcere borbonico, oppure imboccare la stradina che porta a Casale Vascello a Marina di Corricella, il villaggio delle case colorate.
La Spiaggia di Pozzo Vecchio è sicuramente la più famosa di Procida, in quanto è proprio qui che Massimo Troisi ha girato alcune scene de Il Postino. Altre spiaggie – molto più belle – sono la Spiaggia del Ciraccio e quella della Lingua, caratterizzata da sabbia e ciottoli.
Il centro dell’isola è Marina Grande, dove potrete dedicarvi allo shopping e, se avete fame, potrete mangiare dell’ottimo pesce in uno dei tanti ristorantini vista mare.
Da non perdere la visita all’isolotto di Vivara, dalla particolare forma a mezzaluna e collegato a Procida da un ponte pedonale. L’isola è un’oasi naturale disabitata, meta ideale per gli appassionati di trekking vista la presenza di diversi percorsi. Si può visitare solo nel fine settimana previa prenotazione e pagamento anticipato.
Contributo di Valeria – I Viaggi di Vale
WEEKEND DI PASQUA IN PUGLIA
20) La Valle d’Itria
La Valle d’Itria è la zona della Puglia che si estende tra i comuni di Cisternino, Locorotondo e Martina Franca.
Il modo migliore per visitare la zona è con la propria auto, scegliendo eventualmente di alloggiare in campagna – potrebbe essere proprio questa l’occasione giusta per soggiornare in un trullo.
Il clima a Pasqua solitamente è mite e i paesi poco affollati. Il momento migliore per godere della pace di questi borghi e della campagna in fiore. Quella in Valle D’Itria è una vacanza lenta, all’insegna del buon cibo e della bellezza.

Cosa non perdere nella Valle d’Itria durante il weekend di Pasqua
Iniziamo il weekend da Cisternino. Attraversando le porte di accesso vi troverete nel suo centro storico, diviso in 5 rioni. Perdetevi tra le stradine silenziose ed imbiancate, fermatevi a bere qualcosa in piazza o a pranzare in una delle sue famose bracerie dove non dovrete mancare di assaggiare le bombette (involtini di carne ripieni di formaggio). Il giorno di Pasquetta si festeggia a Cisternino la “Madonna d’Ibernia” con processione dalla chiesa Madre e una festa che dura tutto il giorno presso l’omonima chiesa.
La seconda tappa del viaggio è Locorotondo, a 10km da Cisternino. Non perdete la Chiesa di San Giorgio Martire – nel centro storico tondeggiante – e il “Lungomare”, una via panoramica che vi regalerà una meravigliosa vista sulla Valle e su Martina Franca, prossima tappa del weekend.
Il centro storico di Martina Franca è diverso dagli altri visitati: più maestoso con i suoi palazzi barocchi e i balconi ornati. Una visita alla Chiesa di San Martino da poco restaurata è d’obbligo.
Se avete ancora tempo a disposizione, proseguite il weekend recandovi ad Alberobello, nota come la capitale dei trulli, ad Ostuni “la città bianca” e sulla costa a Monopoli e Polignano, che sapranno regalarvi tante emozioni.
Tra le specialità pasquali della zona ci sono i taralli glassati e le scarcelle, che sono dei dolci (a volte a forma di bambola) con un uovo intero, tradizionalmente regalati alle bambine.
Contributo di Anna – Posh Backpackers
21) La Foresta Umbra
Un’ottima soluzione per trascorrere la Pasqua nella natura in Puglia è quella di concedersi un trekking o una passeggiata con picnic in Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano. Una meta molto bella e rigenerante soprattutto per le famiglie con bambini.
La Foresta Umbra è ricca di una biodiversità unica. Nelle altitudini più elevate si trovano querce e aceri, in quelle più basse invece si trovano secolari faggi dai tronchi enormi, dichiarati Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Durante i trekking o le passeggiate è comune trovare in primavera anche ciclamini, orchidee e anemoni. Per quanto riguarda la fauna sono comuni gli avvistamenti di daini, scoiattoli, lepri, fagiani e qui vi è anche una specie protetta di capriolo italico.

Cosa fare in Foresta Umbra
- Noleggiare una bicicletta presso il centro visitatori e percorrere i sentieri;
- Fare un picnic sotto la faggeta (ci sono tantissime aree picnic, ricorda di non abbandonare i rifiuti!);
- Fare trekking o fare una lunga passeggiata in area Baracconi e raggiungere il laghetto;
- Portare i bambini a visitare il parco dei daini e a giocare all’area giochi fatta tutta in legno;
- Visitare il museo naturalistico dove poter scoprire l’area archeologica e floro-faunistica del parco.
Contributo di Annalisa – I Viaggi di Liz
WEEKEND DI PASQUA IN BASILICATA
22) Matera
La Pasqua è un momento perfetto per visitare Matera, una delle più belle e magiche destinazioni italiane.
La Città dei Sassi è accogliente in ogni stagione e grazie al canyon della Murgia e alle sue case grotta sembra un vero e proprio presepe. Il tempo a Matera sembra essersi fermato e se avrete la fortuna di scegliere un hotel in una grotta, riuscirete a vivere un’esperienza davvero autentica.
In tempi normali la Pasqua è il momento perfetto per visitarla perché è una festività molto sentita. Le tradizioni tipiche di questa città rendono il clima pasquale festoso da una parte e spirituale dall’altro.
Diversi sono gli eventi che vengono organizzati. Tra tutti il più suggestivo è la Via Crucis tra i sassi con luci nelle grotte e crocifissi sul canyon.
Se fino a pochi anni fa Matera era considerata “la vergogna d’Italia”, oggi è un vero e proprio gioiello del nostro Paese.

Cosa vedere a Matera
La città vecchia si divide in 3 parti: la Civita è la zona centrale, alla sua sinistra c’è il Sasso Barisano e alla sua destra si trova il Sasso Caveoso. Davanti alla Civita c’è la Murgia, che crea con la città un bellissimo anfiteatro.
Proprio dalla Murgia si gode della vista più bella sulla città. Il Belvedere di Murgia Timone è raggiungibile in auto oppure attraversando a piedi l’anfiteatro naturale. Ricordate però che la camminata è abbastanza lunga e tornare con il buio è davvero impossibile, fate bene i vostri conti.
Il tramonto, ovviamente, è il momento migliore per ammirare il panorama e per scattare qualche foto. Se siete in macchina potrete aspettare il calare della sera per vedere la magia delle luci che si accendono.
Per visitare la città al meglio vi consigliamo di esplorare i Sassi scoprendo gli scorci più belli e gli angoli più nascosti. Da non perdere però il Palombaro Lungo, la Chiesa rupestre di San Pietro Barisano, la Chiesa rupestre della Madonna de Idris e la visita a una Casa Grotta.
Se volete passare una mezz’oretta insolita, salite su un’ape calessino e sfrecciate tra le viuzze con la possibilità di ammirare i luoghi più iconici.
Contributo di Claudia – 2 Cuori in Viaggio
23) Le Dolomiti Lucane
Il turismo di prossimità e il turismo naturalistico si confermeranno due trend predominanti anche per i prossimi anni e in quest’ottica la piccola Basilicata può essere la meta giusta dove trovare paesaggi mozzafiato, tranquillità, relax.
Le Piccole Dolomiti Lucane sono il rilievo montuoso che si estende nel cuore della Basilicata. Qui il paesaggio ci mette davanti spettacolari guglie e sagome che hanno suggerito nomi fantasiosi come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta.
Le Dolomiti Lucane coprono un’area tra i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, due piccoli borghi montanari situati in prossimità di vette disposte una di fronte all’altra.
Proprio questa particolarità, rende possibile effettuare un volo emozionante nello spazio che sovrasta i due paesi: è il Volo dell’Angelo, un’attrazione che ogni anno richiama tantissimi impavidi turisti e visitatori, amanti degli sport estremi o semplicemente in cerca di emozioni forti.

Da Pietrapertosa e Castelmezzano partono diversi sentieri di trekking, perfetti per le giornate primaverili di Pasqua: poco faticosi, adatti a tutti e in grado di regalare scorci mozzafiato.
Tra questi il più bello è il Percorso delle Sette Pietre che si sviluppa lungo un antico sentiero contadino di circa 2 km e che collega i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano con andamento a quote variabili. Da 920 metri a Pietrapertosa scende fino a 660 metri nella valle attraversata dal torrente Caperrino e risale a 770 metri a Castelmezzano.
Insomma, la Basilicata ha tanti assi nella manica e sicuramente uno dei più forti è l’aspetto naturalistico, soprattutto per un weekend di Pasqua semplice ma ricco di sorprese. Magari avete anche la fortuna di intravedere un falco grillaio.
Contributo di Angela – In Giro con Angela
WEEKEND DI PASQUA IN CALABRIA
24) La Costa Viola
Fra le destinazioni italiane da prendere in considerazione per il weekend di Pasqua, ma anche in altri periodo dell’anno, è la Costa Viola, in Calabria, da un punto di vista diverso dal solito, dall’alto!
Un itinerario che vi porterà sino al Monte Sant’Elia dal quale, con un po’ di tempo in più a disposizione, potrete visitare i tre splendidi borghi costieri di Scilla, Palmi e Bagnara Calabra e il piccolo centro di Seminara, dove potrete ammirare l’attività dei ceramisti e acquistare, magari come souvenir, qualche prezioso pezzo della tradizione locale!
Si tratta di luoghi spesso scelti per organizzare le tradizionali “gite fuori porta e scampagnate” per Pasqua e Pasquetta dai local, ma anche di destinazioni sconosciute al turismo di massa.
Il grande valore aggiunto di questa parte della Calabria è data dal poter mescolare elementi di interesse storico-culturale a punti di grande valenza paesaggistico-naturalistica, con la possibilità di ammirare panorami che lasciano senza fiato!

Il Monte Sant’Elia e il Sentiero del Tracciolino
Il Monte Sant’Elia si trova a picco sul mare della Costa Viola, ubicata nel comune di Palmi in provincia di Reggio Calabria. Si tratta di una zona ad alta rilevanza naturalistica, tanto da essere sottesa ad una zona di protezione speciale (ZPS) e a un Sito di interesse comunitario, denominato “Costa Viola”. Tutto questo sui contrafforti del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Fermandovi qui, potrete fruire di una pineta attrezzata per fare un pranzo all’aria aperta, godervi una splendida passeggiata nel verde dell’area, visitare la piccola chiesetta dedicata a Sant’Elia. Ma soprattutto potrete effettuare uno splendido trekking panoramico lungo il cosiddetto “Sentiero del Tracciolino”.
I meno intraprendenti si possono limitare ad ammirare il panorama dalle terrazze panoramiche del Belvedere Managò – contraddistinto da tre croci bianche, a richiamare il Monte Calvario.
Narrano le leggende che qui Sant’Elia venne tentato da un uomo (il diavolo) con un sacco sulle spalle contenente delle monete. Il Santo, compreso l’inganno, iniziò allora a scagliare verso il mare le monete, che si trasformarono in pietre nere. Il diavolo nel cercare di recuperarle, balzò verso il mare sottostante venendo inghiottito fra i flutti. Nel punto in
cui s’inabissò – si dice – si cerò una “montagna di fuoco”, lo Stromboli.
Caratteristiche del Sentiero del Tracciolino
Il Tracciolino è un trekking turistico-naturalistico a mezzo costa, che si snoda da Sant’Elia e giunge fino a Palmi.
È lungo circa 8 chilometri “ad alto tasso di panoramicità”, immerso nella profumata macchia mediterranea di cisto marino, mirto, ginepro, ginestra e con viste spettacolari sulle sottostanti calette selvagge.
Il tracciato è ad anello con un dislivello di 287 metri e un’altitudine massima di 575 metri sul livello del mare. I tempi di percorrenza a/r si aggirano intorno alle 5 ore soste comprese.
Se volete proseguire da Palmi il sentiero va verso Bagnara Calabra, innestandosi nel cosiddetto “Sentiero dei Francesi” (Sentiero del Tracciolino + Sentiero dei Francesi, percorso di circa 13 Km), fra coltivazioni vitivinicole terrazzate, giungendo sino al mare.
Non resta che augurarvi Buona Pasqua e buona visita in questo lembo di terra della Calabria, che si affaccia sulla Costa Viola!
Contributo di Domenica (Mimì) – Spunti di Viaggio
25) Civita
Tra le cime del Parco Nazionale del Pollino e le maestose pareti rocciose delle Gole del Raganello, sorge il paesino di Civita. Considerato uno dei borghi più belli d’Italia e Bandiera arancione del Touring Club, il paese è oggi abitato da uno dei gruppi arbëresh più importanti dell’Italia meridionale. Fu fondato infatti nel 1471 grazie a una comunità albanese in fuga dalla propria terra a causa delle incursioni dei Turchi.

Cosa vedere a Civita
Il suo centro storico è molto suggestivo e ordinato e si divide in due rioni ben distinti: Sant’Antonio – il più antico – e Magazzeno. L’elemento predominante all’interno dei vicoli è la pietra, la cui presenza è interrotta dalle tinte sgargianti dei fiori, che abbelliscono balconi e stradine. Civita è inoltre famosa per il Ponte del Diavolo e le Case Kodra.
Il Ponte del Diavolo sovrasta le acque spumeggianti del Torrente Raganello ed è raggiungibile grazie al Sentiero del Diavolo, che si imbocca nella parte alta del paese, dove c’è il Belvedere del Diavolo. Fu costruito per creare un punto di collegamento tra lo Ionio e la catena montuosa del Pollino. La leggenda narra che fu eretto in una sola notte grazie all’intervento del Demonio, che chiese in cambio l’anima della prima persona che lo avesse attraversato. Per evitare la morte di un uomo, gli abitanti del paese inviarono una pecora. Questo tradimento fece irritare il Diavolo, che cercò invano di distruggere il ponte, precipitando penosamente nel torrente e lasciando dietro di sé una nuvola di fumo grigio.
Le case Kodra invece prendono il nome da Ibrahim Kodra – un pittore albanese di fama internazionale – in quanto la forma antropomorfa di queste costruzioni richiama la sua tecnica pittorica. La loro facciata ricorda molto un volto umano: la porta di ingresso, la canna fumaria e le due finestre laterali sono simili, rispettivamente, a una bocca, a un naso e a degli occhi.
WEEKEND DI PASQUA IN SICILIA
26) Le Isole Eolie
Le vacanze pasquali sono un momento perfetto per visitare le Isole Eolie, un assaggio di bella stagione nel profondo sud d’Italia. Le 7 isole siciliane sono infatti un concentrato di luoghi e panorami unici e particolari: paesaggio mediterraneo, mare blu, percorsi di trekking, caratteristici paesini.
Un angolo italiano esotico e selvaggio con un incredibile panorama naturalistico che gode poi di un clima molto piacevole. Le isole sono 7: Stromboli, Panarea, Vulcano, Lipari, Salina, Alicudi e Filicudi. Sono raggiungibili in traghetto e il porto più comodo è Milazzo, ma sono collegate anche con Reggio Calabria e con la Campania.

Le isole in breve
All’inizio della primavera le Eolie si scrollano i solitari giorni invernali e iniziano a mettere in mostra i loro gioielli. Le isole sono infatti molto diverse l’una dall’altra.
Lipari è la più grande e la più popolata, quella che assomiglia di più a un paese della terraferma. È caratterizzata dalla presenza di cave di pomice e di ossidiana e ha numerose spiagge sia vulcaniche che chiare.
Questa potrebbe essere l’isola in cui alloggiare per una vacanza di pochi giorni per girare giornalmente nelle altre isole.
Vulcano è l’isola scoppiettante tra sbuffi sulfurei e fanghi caldi; è dominata dal vulcano la cui ultima eruzione risale al 1890. La salita al cratere è quindi d’obbligo, un percorso non molto faticoso sulla cui cima è possibile ammirare tutte le sette sorelle allineate nel mare.
Salina invece è l’isola più verde, ricca di coltivazioni di capperi e vigneti. La costa è molto scoscesa e racchiude alcune splendide calette; è diventata famosa da quando nella frazione di Pollara sono state girate alcune scene del film “Il Postino”.
Panarea è l’isola più mondana, molto affollata nel periodo estivo, perfetta da esplorare a inizio stagione.
Stromboli possiede l’unico vulcano ancora attivo dell’arcipelago e ha pertanto un fascino incredibile soprattutto di notte; le spiagge sono nere ma altrettanto piacevole è vagabondare per le stradine del paesino .
Alicudi è infine l’isola più lontana dell’arcipelago. Qui come a Filicudi, la luce elettrica è arrivata pochi anni fa e l’acqua potabile ancora oggi è portata con le navi cisterne. Sono veramente deliziose, nonostante siano così estreme e selvagge.
Contributo di Arianna – Tropical Spirit
27) Caltagirone
Esiste un luogo dove la realtà e le leggende si intrecciano sapientemente nella vita di tutti i giorni, una terra di miti, re e principesse, eroi e mostri, amori e tradimenti.
In provincia di Catania, nella Sicilia sudorientale, si trova Caltagirone detta anche la “Città delle Ceramiche” in quanto una delle maggiori produttrici di manifatture in Italia. Il nome della città deriva dall’arabo Qal’at al Ghiran, che significa “Rocca dei Vasi“, tanto che il suo rapporto con la ceramica risale al Neolitico come testimoniato dai diversi ritrovamenti archeologici.

Cosa vedere e fare a Caltagirone
Partendo dal centro della città è possibile apprezzare la Scala di Santa Maria del Monte, costruita nel 1606 per collegare la parte antica della città a quella nuova. Solo intorno al 1844 però furono unificate tutte le varie rampe, che diedero vita a 142 scalini decorati con mattonelle in ceramica.
Spostandosi su Via Roma, si raggiunge l’ingresso principale della villa comunale. Questa, con un giardino di stampo inglese, è percorsa da lunghi viali interni abbelliti con vasi colorati, maioliche e terrecotte ornamentali. Al centro invece si erge un palco musicale in stile moresco.
Altro edificio da visitare è il Museo regionale della ceramica, che tramanda la storia del materiale per cui Caltagirone è famosa in tutto il mondo. Al suo interno sono custodite diverse opere tra le quali le famosissime Teste di Moro.
A Caltagirone non mancano di certo i negozi artigianali: numerosi, colorati e in grado di trasmettere la devozione dei cittadini all’arte millenaria della lavorazione della ceramica.
Se invece decidete di rimanere a pranzo, oltre ai diversi bar e rosticcerie presenti, il consiglio è quello di fermarvi da Memà, un wine-bar bistrot che saprà deliziarvi con un menù di piatti salati tipici del luogo e di dolci revisionati come il cannolo scomposto.
Contributo di Daniele – InboccaalGufo
28) Ragusa, Modica e Scicli
La primavera è una stagione perfetta per scoprire la Sicilia. Il cielo è azzurro e terso, le giornate regalano più ore di luce e le temperature sono ideali per camminare all’aperto.
L’area sud orientale della Sicilia è un territorio fantastico per passare il weekend di Pasqua. Questa zona, che sorge tra le colline e le valli dei Monti Iblei, è stata abitata fin da tempi antichissimi ed è ricca di storia. Purtroppo nel 1693 un fortissimo terremoto distrusse paesi interi.
Le città furono poi ricostruite seguendo lo stile tardo barocco dell’epoca: forme monumentali e scenografiche, linee sinuose, ricchezza di decorazioni e intagli. Il fascino e la bellezza architettonica sono stati premiati dall’Unesco: nel 2002 otto città siciliane (o parte di esse) sono diventate Patrimonio dell’Umanità, tra queste vi sono anche Ragusa, Modica e Scicli.

Cosa vedere a Ragusa
Ragusa si divide in due grandi quartieri: in alto si trova la zona moderna chiamata Ragusa Superiore, mentre più in basso batte il cuore storico di Ragusa Ibla. Le due aree sono unite da una scalinata di più di 300 gradini e percorrerla significa immergersi nella storia, tra vicoli e palazzi che riportano indietro nel tempo.
Prima di iniziare la discesa è d’obbligo fermarsi ed ammirare il panorama: Ragusa Ibla, dall’alto, è una splendida cartolina.
Cosa fare a Modica e Scicli
Modica dista da Ragusa una ventina di chilometri e il suo centro storico, abbarbicato alla montagna, riserva infinite sorprese. Dalla parte più bassa della città si sale in un labirinto di scale fino a raggiungere Modica Alta. Ad ogni passo si scoprono palazzi nobiliari, eleganti chiese, vecchie case e meravigliosi scorci. Tra una scalinata e l’altra, per ritrovare energia, viene in soccorso la specialità locale: il cioccolato di Modica.
Scicli è il paese più piccolo tra i tre, ma non per questo meno bello: il centro è un gioiello di architettura barocca. Lungo il corso principale eleganti dimore si alternano a chiese ricche di decori. Di sera, quando il sole tramonta e si accendono le luci, Scicli appare in tutta la sua bellezza. La città è molto suggestiva e ricorda un presepe. Uno dei luoghi migliori per osservare il panorama è il belvedere della Chiesa di San Matteo.
Contributo di Rita – Info di Viaggio
WEEKEND DI PASQUA IN SARDEGNA
29) La Penisola del Sinis
Se volete passare il weekend di Pasqua all’insegna del mare e della cultura, ci sono diverse cose da vedere in Sardegna in primavera. Nello specifico la Penisola del Sinis, dove si trova la cittadina di Cabras, è davvero una destinazione per tutti i gusti. Qui infatti ci sono delle vere e proprie gemme nascoste che non sono ancora molto conosciute, forse perché lontano dai grossi centri come Cagliari o la Costa Smeralda.

Tappe imperdibili nella Penisola del Sinis
Prima tappa al mare, nella suggestiva spiaggia di Is Arutas, dove i sassolini bianchi prendono il posto della sabbia e fanno risaltare ancor di più la trasparenza e le sfumature dell’acqua.
Potrete inoltre esplorare anche le vicine spiagge di Mari Ermi o Maimoni per una passeggiata in riva al mare o un bel tuffo, se le temperature lo permettono.
Poco distante da Is Arutas si trova il villaggio di San Salvatore di Sinis, un piccolo borgo di case basse e dall’architettura antica che si popola solamente durante i giorni della festa patronale. Proprio per la sua estetica così rurale vi sembrerà di essere immersi in un film del passato: in effetti le sue strade diventarono un set cinematografico per i film western anni ’70.
Passando al lato culturale e archeologico del territorio, a Cabras sono custoditi alcuni dei reperti più importanti della civiltà nuragica. Nel museo cittadino potrete scoprire i Giganti di Mont’e Prama, delle statue alte 2 metri circa, ciascuna rappresentante una tipologia di guerriero Shardana, antico popolo che abitava queste terre. Nella zona sono presenti anche vari Nuraghe che si possono visitare per avere una visione più completa del passato storico
dell’Isola.
Spostandovi poi verso Capo San Marco, non perdete il panorama dalla torre spagnola, dove vedrete un lembo di terra bagnato da due mari, spesso uno mosso e l’altro calmo. Sulla destra invece troverete l’area archeologica di Tharros, un villaggio di origine fenicio-punica che presenta anche delle testimonianze del periodo di dominazione romana. Durante la visita guidata conoscerete a pieno tutte le varie zone del villaggio e la storia ad esse legata.
Contributo di Marta – Italo Backpackers
30) Santa Teresa di Gallura
A nord della Sardegna nel territorio della Gallura c’è il paese di Santa Teresa di Gallura, un borgo circondato da coste frastagliate, rocce di granito spettacolari, profumata macchia mediterranea e un mare dai colori intensi.
Il suo territorio è costellato di tante piccole calette dalla sabbia fine e dalle acque trasparenti. La spiaggia più famosa è quella di Rena Bianca, una vera piscina naturale riparata sulla destra da un promontorio granitico sulla cui sommità sorge la Torre di Longonsardo. In questa parte di costa, durante le giornate più nitide, è possibile ammirare le scogliere della Corsica del sud.

Nei suoi dintorni sono diversi i punti di interesse da visitare. A pochi chilometri dalla cittadina infatti sorge Capo Testa, una penisola molto interessante dal punto di vista storico e naturalistico. Qui, tra un’alternanza unica di colori, potete passeggiare sulle diverse spiagge disseminate lungo la costa o dedicarvi alla visita della Valle della Luna o del Sito archeologico Lu Brandali.
La Valle della Luna si trova nella parte occidentale di Capo Testa. Il suo paesaggio è molto particolare: colline di granito abbracciano una lingua di sabbia mista a terra che si getta nel magico mare della Sardegna.
Il Sito archeologico Lu Brandali invece è situato lungo la strada per raggiungere Capo Testa. Si estende ai piedi di un promontorio granitico, la cui vista spazia sulla piana sottostante e sulle Bocche di Bonifacio.
L’insediamento – di origine nuragica – si articola in tre punti di interesse: la tomba di giganti, un villaggio di capanne e un nuraghe.
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