Quante volte abbiamo sognato di vivere un’avventura a bordo di un camper?
Oppure di girare il mondo conoscendo nuove culture, nuove persone, assaggiare nuovi cibi e vivere esperienze fantastiche?
È quello che ha fatto Cristiano Fabris. Stanco della spasmodica routine e delle prigioni sociali in cui ogni giorno siamo intrappolati, ha deciso di vivere la sua vita come meglio credeva.
Una decisione forte che lo ha portato ad essere l’uomo che è oggi, amante della vita e delle cose belle, che ha saputo rimettersi in gioco con coraggio e determinazione.
Ma andiamo a conoscerlo meglio.
Ciao Cristiano! Qual è il motivo che ti ha fatto capire che la tua vita precedente stava diventando stretta?
Quando per motivi di salute fui ricoverato in ospedale e mi fu proibito di uscire, decisi in quel momento che niente e nessuno mi avrebbe più tolto la libertà.
Facciamo un passo indietro sino al 9 settembre 2014: avevo una vita regolare, un lavoro da dipendente, una relazione con un compagno da 5 anni e una serie di apericene con la Titti, la Fuffi, la Sabri, la Nina, la Pinta e la Santamaria. Tutto bello sino a quando – in accordo con il mio compagno – era arrivato il momento di andare a convivere dopo 5 anni di relazione (e ricordo che un anno di vita comune gay corrisponde a sette di quella etero, noi bruciamo le tappe!).
Io lavoravo a Torino e avevo comprato casa a Milano. Lui, invece, era della provincia di Milano, quindi dovevamo cercare una soluzione. Così trovai un lavoro precario davanti a casa sua e decidemmo che la soluzione migliore era quella di mettere in affitto casa mia e trasferirmi da lui davanti al nuovo ufficio, accettare il precario e continuare a cercare un lavoro migliore a Milano. Feci tutto e caricai il camper che avevo comprato per le vacanze. Cinque giorni dopo essermi trasferito da lui, salì in camper e mi disse “Non abbiamo più nulla in comune, non abbiamo la stessa vita, ciao!”
Ma ecco la svolta…
Dal punto di vista pratico non avevo più nulla e dal punto di vista affettivo metà di me stesso non c’era più. Trascinai la mia esistenza andando e tornando centinaia di volte dall’inferno, scoprii la falsità delle relazioni e delle persone che mi stavano intorno e arrivai al capolinea fisico con il ricovero in ospedale. Un ricovero dovuto ad ulcere interne esplose e al primo stadio di parkinson giovanile. Dopo un mese in ospedale volevo uscire, respirare e tornare a guardare il cielo. Avevo bisogno di risposte alle continue domande che mi tenevano sveglio da mesi, che avevano consumato il mio fisico di ben 15 kg: con chi avevo condiviso il mio letto negli ultimi 5 anni? In quel momento decisi di dire basta perché ero in debito di felicità.
Oggi sei diventato un vanlifer a tutti gli effetti e vivi in camper. Qual è la tua giornata tipo?
Non esiste una giornata tipo perché il divertimento è colorare la vita e perché il camper riserva sempre sorprese, belle o brutte. Tutto dipende da dove sono e da cosa ho intenzione di fare. Di base la spesa la faccio quotidianamente, così come il bucato e una volta alla settimana carico e scarico dell’acqua.
Poi cambio le bombole del gas se necessario. Controllo i livelli di olio e acqua nel motore, un check alle luci e batteria e poi si parte.
Si parte dove la mia persona ha bisogno di andare o dove voglio scoprire un nuovo luogo, dove voglio visitare un nuovo agricampeggio o mangiare in un agriturismo. Insomma come se fossi in vacanza.
E in effetti io vivo in vacanza.
Che Paesi hai visitato sino ad ora?
Faccio prima a dirti che il punto più a nord è stato Capo Nord in inverno a -36 gradi, il punto più a sud Tunisi, quello più a est il Tibet e quello più a ovest lo stretto di Gibilterra.
Quando chiusi con la vecchia vita il primo viaggio fu proprio Capo Nord a dicembre, gennaio, febbraio e tornai a marzo. Per me fu come rinascere nei rapporti con le persone. Scrissi il mio primo libro “Ci aggiorniamo: manuale per conoscere e difendersi dal Milanese adottato” e poi arrivò l’Asia sino al Tibet.
Ora da due anni l’Europa e l’Italia in lungo e in largo.
Quali tra questi Paesi ha lasciato un segno indelebile nel tuo cuore e perché?
Ogni Paese ha i suoi pregi e difetti che si vivono nella quotidianità e che dipendono molto dalle situazioni che vai ad affrontare. Posso dirti che tra tutti i Paesi amo in modo unico il nostro e sai perché? Perché puoi vivere tutti i colori della tavolozza della vita. Puoi praticare tutti gli sport possibili tutto l’anno.
Pensa solo che a gennaio c’è chi va in spiaggia ad Agrigento e si fa il bagno oppure a marzo nella stessa giornata puoi sciare e 40 minuti dopo essere in spiaggia. Puoi condire 12 tipi differenti di insalata con più di 50 tipologie di olio. Abbiamo il 70% di patrimonio storico mondiale in Italia di cui il 50% a Roma. Così finisci per viaggiare e amare molto gli altri Paesi perché più civili, più ordinati, più ricchi o semplicemente più ospitali per chi possiede un camper, ma sul piatto della bilancia ti accorgi che il nostro Paese è quello che ti dà il miglior equilibrio tra tutte le voci.
Svelaci il tuo segreto per vivere in giro per il mondo con il tuo camper e lavorare!
Trasforma una tua passione nel tuo lavoro e non lavorerai mai un giorno.
Trasforma la tua voglia di viaggiare in lavoro e vivrai in vacanza. Su tutto vige una regola di base: molla le presunte sicurezze di una vita “guidata da altri” e fai in modo di guidare tu stesso la tua vita.
Dove possiamo seguire le tue avventure?
Beh fate come fa mia madre: non mi chiama più per chiedermi “Come stai?” e neppure l’evoluzione “Dove sei?” perché ogni quattro ore è possibile trovare i miei tag sui social.
Innanzitutto sul mio blog www.liberamenteincamper.it e sul mio canale Youtube Il Bubris.
Trovate la mia firma su tantissimi altri siti e riviste come
e sui mensili in edicola Caravanecamper e Lui Magazine.
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